L'**EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)** è una terapia rivoluzionaria sviluppata dalla dott.ssa Francine Shapiro, psicologa comportamentale, nel 1987. Questo metodo si basa sulla stimolazione bilaterale del cervello, spesso attraverso movimenti oculari, per aiutare le persone a elaborare e desensibilizzare esperienze traumatiche.
Gli psichiatri e gli psicanalisti, lo sanno bene: le cicatrici degli avvenimenti più dolorosi non scompaiono facilmente dal cervello, molti pazienti continuano a soffrire i sintomi anche a decenni di distanza. E' una sindrome ricorrente tra i reduci di guerra, tra persone che hanno subito violenze, ma si manifesta anche dopo i traumi della vita sociale quotidiana. L'aspetto intrigante è che in genere questi pazienti sanno benissimo che ormai non dovrebbero stare così male: sono coscienti che la guerra è finita e che la violenza subìta è soltanto un ricordo, per quanto atroce. Sanno di non essere più in pericolo. Lo "sanno", ma non lo "sentono".
L'idea fondamentale dell'EMDR è che: in ogni individuo esiste un meccanismo di "digestione" dei traumi emotivi. Il concetto è semplice: tutti noi nel corso della vita subiamo traumi emotivi con la t "minuscola", senza però sviluppare quasi mai un PTSD. Il sistema nervoso (come l'apparato digerente trae dal cibo le sostanze necessarie rigettando il resto) estrae dal trauma l'informazione utile "la lezione", e in pochi giorni si sbarazza delle emozioni, dei pensieri e dell'attivazione fisiogica che, una volta passato l'avvenimento, non sono più necessari. Di fronte ad un avvenimento che invece, rimette in discussione la nostra fiducia in un mondo che credevamo sicuro e conosciuto, il nostro sistema nervoso rimane temporaneamente disorganizzato. I suoi riferimenti abituali non funzionano più e gli occorre un certo tempo per ritrovare l'equilibrio (omeostasi). In genere da queste prove l'organismo esce rafforzato, cresciuto e pieno di nuove risorse, dunque più flessibile, più adattabile alle situazione che deve fronteggiare. In certe situazioni, di particolare fragilità, oppure, quando il trauma è troppo forte, o superiore alle risorse disponibili del sistema nervoso (ad esempio quando siamo bambini, incapaci di difendersi), un evento doloroso diventa un trauma. L'informazione riguardo al trauma invece di essere digerita rimane bloccata nel sistema nervoso, impressa nella sua forma iniziale. Le sensazioni fisiche e le convinzioni che se ne sono tratte (per es: non posso farci niente, sarò abbandonato) vengono immagazzinate in una rete di neuroni che conducono vita autonoma. Ancorata nel cervello emotivo e disconnessa dalle conoscenze razionali, questa rete diventa un pacchetto di informazioni non elaborate e non funzionali, che si riattivano al minimo ricordo del trauma subìto.
Spesso l'accesso ai ricordi dolorosi avviene attraverso il corpo. L'EMDR, sfrutta i canali (corporei) oculari (rapido movimento guidato, degli occhi), come avviene nella fase di sonno REM, per favorire un rapido accesso ai canali associativi legati al ricordo traumatico preso di mira nel trattamento, nel mentre viene visualizzato.
Il PTSD è una ferita invisibile che lascia tracce profonde nella psiche. L’EMDR permette di rielaborare quei ricordi dolorosi, riducendo la loro intensità emotiva e consentendo alla mente di recuperarne il controllo. Con questo approccio, molte persone hanno trovato sollievo da ansia, stress e traumi profondi.
Il trattamento permetterà alla persona di liberare il blocco energetico e di poter rivisualizzare l'episodio, che pur restando nella memoria, sarà privato del contenuto emozionale che fino a quel momento aveva generato stress, ansia, angoscia, tristezza ecc. e ritrovare così la pace e il benessere (trasformazione dell'energia emozionale dell'evento).