Eugene Wigner - La coscienza e il collasso dell’onda

📜 Origine

Eugene Wigner, premio Nobel per la Fisica nel 1963, fu uno dei grandi protagonisti della fisica teorica del XX secolo. Nel suo celebre saggio Remarks on the Mind-Body Question (1961), propose l’idea che la coscienza dell’osservatore fosse un elemento fondamentale nel processo di misura quantistica.

🧪 Il principio

La meccanica quantistica descrive le particelle come funzioni d’onda, cioè stati di probabilità che possono includere più possibilità contemporaneamente (sovrapposizione). Quando si effettua una misura, la funzione d’onda “collassa” in un unico stato osservato. Secondo Wigner, non è sufficiente un apparato fisico di misura: è la coscienza dell’osservatore che determina il collasso dell’onda, trasformando una sovrapposizione di possibilità in una realtà concreta.

🔍 Il paradosso dell’amico di Wigner

Per chiarire la sua idea, Wigner propose un esperimento mentale:

  • Immagina un osservatore (l’amico di Wigner) che compie una misura su un sistema quantistico.
  • Per l’amico, la funzione d’onda collassa nel momento della misura.
  • Ma per Wigner, che non ha ancora ricevuto l’informazione, l’intero sistema (particella + amico) rimane in sovrapposizione.

Questo paradosso mette in evidenza il ruolo ambiguo della coscienza e dell’informazione nel collasso dell’onda.

✨ Significato e dibattito

L’interpretazione di Wigner è una delle più radicali della meccanica quantistica, perché introduce la coscienza come elemento fisico fondamentale. Non è universalmente accettata: molti fisici preferiscono interpretazioni come quella di Copenaghen (Bohr e Heisenberg) o quella a molti mondi (Everett). Tuttavia, ha avuto un enorme impatto filosofico e ha stimolato riflessioni su mente, realtà e osservazione.

In sintesi: secondo Wigner, la realtà quantistica non diventa “reale” finché non viene osservata da una coscienza. È la mente che fa collassare l’onda di probabilità in un evento concreto.